The Whispering Room: Milano. Il mondo non cambia di Thomas Melis

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

Cari lettori, torna una nuova uscita della nostra rubrica The Whispering Room, protagonista di oggi è Milano. Il mondo non cambia il terzo romanzo di Thomas Melis.

L’autore ci anticipa che si tratta di un noir/crime e narra una moderna tragedia che coinvolge malavitosi e faccendieri, ragazze immagine, influencer e cantanti trap che si finanziano vendendo droga, politici mascariati disposti al patto con il diavolo pur di raccogliere voti, tutti accomunati da unico destino, all’interno di una dramma contemporaneo dove nessuno si salva e trova redenzione. Attraverso un’opera approfondita di ricerca sulle dinamiche recenti del sottomondo meneghino, “Milano. Il mondo non cambia” cerca di illustrare le nuove sinergie, le alleanze e gli scontri tra la criminalità organizzata, la malavita di strada, i colletti bianchi e la cosiddetta zona grigia, in uno scenario nero e opprimente.

Non perdetevi l’intervista con l’autore!

 

Editore: Fratelli Frilli Editori
Data di uscita: 20 luglio 2022
Pagine: 320
Prezzo: 15.90 €

Don Rocco Alfieri non è più quello di un tempo, i pensieri lo stanno tradendo e dal suo feudo nell’hinterland sud di Milano sta perdendo il controllo sugli affari criminali della Società. Il figlio prediletto Domenico, detto Micu Bang Bang, si trova in carcere; il secondogenito, Antonino, non è pronto per ereditare il bastone del comando. Poi ci sono i Procopio, la cosca satellite relegata da generazioni a fare il lavoro sporco, che cerca di alzare la testa alleandosi con la mafia albanese e la mala egiziana. Filippo Barone è un consulente milionario. Ripulisce denaro, pilota appalti e fa da cerniera tra il mondo di sotto, dove si muovono grandi casati malavitosi e narcotrafficanti internazionali, e quello di sopra, popolato da ricchi imprenditori, senatori corrotti e broker senza scrupoli. Barone vive una torrida storia con Bianca Viganò, una modella e influencer dai lunghi capelli castani, legata profondamente all’amico d’infanzia Leonardo Ferrari, un bravo ragazzo di quartiere che spaccia cocaina tra le panchine di Piazza Prealpi. Il loro mondo non cambia mai. Li tiene uniti in una tragedia moderna e senza pietà, dove nessuno si salva e dove, dai grattacieli di CityLife ai nightclub di Corso Como, si sovrappongono i mille volti della criminalità multietnica di Milano, i sogni di successo dei ragazzini cresciuti ascoltando trap nei casermoni popolari della periferia, gli affari sporchi dei faccendieri che muovono milioni di euro dagli uffici open space con vista sul Duomo. Tutti insieme, nell’amore e nell’odio, accomunati da un unico destino. Perché il mondo non cambia, ma l’Apocalisse è alle porte.

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Come è nata l’idea di “Milano. Il mondo non cambia”?

Prima di tutto lascia che saluti i vostri lettori e vi ringrazi per questa intervista. Venendo alla domanda, l’idea è il risultato di un percorso lungo, iniziato tanti anni addietro, e strettamente legato al mio profondo rapporto con la città. “Milano. Il mondo non cambia” è il terzo romanzo che pubblico e ho sempre saputo, dentro di me, che prima o poi sarebbe arrivato il momento di ambientare una storia nella metropoli di Scerbanenco. Il progetto definitivo ha preso forma quando ho immaginato il personaggio di Filippo Barone, un uomo del cosiddetto “mondo di mezzo” in grado di mettere in contatto il conseguente “mondo di sotto”, dove si muovono grandi casati malavitosi e narcotrafficanti internazionali, e quello di sopra, popolato da ricchi imprenditori, senatori corrotti e broker senza scrupoli. Un self made man cinico che persegue un unico obiettivo, in modo assoluto e inarrestabile: riciclare milioni sporchi e arricchirsi nell’opera. Attorno a Barone sono nati tutti gli altri protagonisti del noir.

 

 

  • C’è un episodio che le si è delineato prima degli altri?

Lavoro pianificando il susseguirsi dei capitoli e seguendo un progetto piuttosto preciso, di conseguenza cerco d’immaginare una storia in maniera organica. Tuttavia, l’episodio dell’incipit – dove un imprenditore del settore costruzioni viene ritrovato cadavere con una striscia di seta all’interno della bocca, in un tipico messaggio di certi ambienti della criminalità organizzata – mi è apparso subito chiaro in mente nel momento in cui ho iniziato a ragionare seriamente su questo romanzo.

 

 

  • Ci parli dei suoi personaggi.

Di Filippo Barone, il protagonista del libro pur trattandosi di una storia corale, vi ho già raccontato. Ci sono poi i suoi datori di lavoro, la famiglia Alfieri, una cosca affiliata alla Società che domina l’hinterland meridionale di Milano, e i loro inquieti alleati, i Procopio. Don Rocco Alfieri, il pezzo da novanta del gruppo criminale, non è più quello di una volta, i pensieri lo stanno tradendo portandolo a perdere il controllo sul suo territorio. Il figlio prediletto Domenico, soprannominato Micu Bang Bang, si trova in carcere, mentre il secondogenito, Antonino, non è pronto a ricevere il bastone del comando. In questo nuovo scenario i Procopio, un clan satellite relegato a fare il lavoro sporco, cercano di alzare la testa, alleandosi con la mafia albanese e la mala egiziana. Non meno importanti, altri due personaggi: Bianca Viganò, una modella e influencer dai lunghi capelli castani che vive una torrida storia proprio con Barone ma è anche legata all’amico d’infanzia Leonardo Ferrari, un bravo ragazzo di quartiere che spaccia cocaina tra le panchine di Piazza Prealpi. Tutti loro sono accomunati da un unico destino, nell’amore e nell’odio. Perché, come racconta il romanzo, il mondo non cambia, ma l’Apocalisse è alle porte.

 

 

  • Come mai ha scelto di ambientare il suo nuovo romanzo a Milano?

Per le ragioni personali di cui ho detto in precedenza: il mio legame con Milano è cominciato nel lontanissimo 1997 ed è diventato più profondo a ogni anno trascorso. In secondo luogo ha pesato il ruolo che la città occupa come luogo “sacro” nella narrativa noir/poliziesca/crime. Alcuni dei capolavori del genere, assieme a centinaia di altri lavori, sono ambientati proprio all’ombra della Madonnina.

 

 

  • Se dovesse associare una canzone al suo romanzo quale sceglierebbe?

Una non basterebbe assolutamente! Infatti esiste una playlist, su Spotify, intitolata proprio “Milano. Il mondo non cambia” e creata appositamente per raccogliere le canzoni che hanno ispirato il romanzo. Si va da classici della canzone popolare milanese come “Porta Romana”, interpretata da Nanni Svampa, a pezzi urban di rito strettamente ambrosiano, come quelli dei Club Dogo, fino alla trap odierna di Philip, Santana MOE, Tedua o PNL. Ma ci sono anche le hit soul anni ‘70 di Marvin Gaye, O’Jays e Curtis Mayfield, le composizioni jazz di giganti come Miles Davis o i capolavori hip-hop pubblicati negli anni ’90 da 2Pac, Notorious B.I.G., Nas e Jay-Z.

 

 

  • Ha incontrato difficoltà nella stesura della storia?

Non in modo particolare, anche perché la scrittura è stata favorita in modo significativo da un approfondito lavoro preliminare di studio e ricerca. Personalmente, se devo fare una valutazione, direi che la fase iniziale è forse quella che presenta maggiori difficoltà, la definizione dei confini di una sorta di realtà alternativa genera inevitabilmente delle problematiche. Una volta superato quel momento, in ogni caso, la stesura diventa un processo sempre più naturale e istintivo.

 

 

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Nell’immediato le mie attività nel settore editoriale si focalizzeranno sulla promozione di “Milano. Il mondo non cambia”. Si tratterà di curare i rapporti con blogger e stampa, organizzare presentazioni o firma copie, lavorare sui social. Sto iniziando, da lontano, a raccogliere qualche idea su un possibile nuovo romanzo che, se mai dovesse vedere la luce, coinvolgerebbe personaggi già conosciuti da chi ha letto i miei libri. Ma sono solo progetti in fase embrionale che avrebbero bisogno di una significativa fase di studio e di un lungo periodo di scrittura prima di arrivare negli scaffali.

 

 

#Conosciamol’autore

Thomas Melis è nato a Tortolì, in Sardegna, nel 1980. Ha studiato presso le Università di Firenze e Bologna concludendo il suo percorso accademico nell’anno 2008. Nella vita si è occupato di progettazione su fondi comunitari e consulenza aziendale. Ha scritto per diverse riviste on line, dedicandosi ad analisi di politica interna e degli scenari internazionali. Attualmente gestisce un’attività commerciale, lavora come copywriter, crea contenuti per aziende attive sul web e, dal 2017, collabora con il sito di critica letteraria MilanoNera. Nel 2014 ha pubblicato “A un passo dalla vita”, opera d’esordio, seguito l’anno successivo dallo spin off “Platino blindato” e, nel 2018, da “Nessuno è intoccabile”. “Milano. Il mondo non cambia” è il suo primo romanzo per Fratelli Frilli Editori.

 

 

 

 

 

 

 

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